
CIVITACAMPOMARANO



Notte tranquilla al centro del paese ed al risveglio splendida giornata di sole, eccoci pronti ad ammirare i molteplici murales che abbelliscono le case del centro storico. Da alcuni anni infatti in questo paese si organizza una rassegna di street art, che sotto la direzione della Pro loco che sceglie le superfici sulle quali gli artisti invitati a partecipare porteranno a termine la loro opera, contribuendo così ad abbellire il paese trasformandolo in un museo a cielo aperto.








Il paese di Civitacampomarano si presenta posto su un dorsale collinare, con un centro storico di impronta tipicamente medievale, dominato da un meraviglioso castello edificato durante la signoria dei Carafa. Lo stesso si erge maestoso nella parte alta dell’abitato, strettamente connesso con le varie abitazioni costruite sui suoi lati ad esclusione del versante meridionale che affaccia su rocce a strapiombo sulla valle sottostante

Puntiamo ora decisamente verso ovest attraverso la valle del Trigno destinazione Trivento posto in posizione dominante rispetto a tutto il territorio circostante. Dalla cima del paese è possibile godere di una vista incantevole.

Il Monumento più significativo del paese è la cattedrale

mentre una scenografica scalinata conduce nel cuore del centro storico, e attraverso l’intrico dei suo vicoli si giunge nella parte alta del paese dove a vigile controllo del territorio circostante sorge l’elegante castello dimora del feudatario di Trivento.

percorriamo ora la strada provinciale 139, è sufficiente una mezz’ora e sostiamo a Oratino considerato uno dei borghi più belli ed autentici d’Italia. Dall’alto dei suoi 780 metri slm domina un lungo tratto della valle del fiume Biferno.

Di origine antichissima Oratino è famosa per la qualità dei suoi scalpellini, pittori, indoratori e scultori che hanno lasciato la loro traccia negli splendidi portali della chiese e nei selciati in pietra.

Nel centro storico, accuratamente restaurato e riportato all’originale fascino di borgo medievale da non perdere le Chiese di Santa Maria Assunta e Santa Maria di Loreto, la torre medievale ed il palazzo ducale.

Terminato il giro ad Oratino ora ci attende Campobasso il capoluogo di provincia. Se si esclude castello Monforte, la cattedrale e la zona medievale che si sviluppa a semicerchio alla base del colle, la città non offre molto di più e la parte moderna che sorge su di un’area pianeggiante è alquanto insignificante.


Anche la tanto decantata area di sosta gestita dal campeggio club Molise è ormai quasi in disuso abbandonata al suo destino, erba alta ed incolta, è possibile trascorrervi la notte al suo interno in quanto la famiglia che abita di fronte possiede le chiavi per aprire il cancello. Le colonnine che dovrebbero erogare la corrente elettrica sono fuori uso ormai da tempo. Resta la possibilità di carico e scarico.

Noi iniziamo la visita dall’alto salendo sulla collina che ospita le chiese di San Giorgio e San Bartolomeo, il Santuario di Santa Maria del Monte ed il castello Monforte. Quest’ultimo prende il nome da Nicolò Monforte che, nel 1458, lo restaurò a seguito dei danni del terremoto del 1456.



Scendiamo quindi in basso attraverso il suo centro storico in un labirinto di lunghe e tortuose scalinate, stretti vicoli e minuscole piazzette, fino a giungere nella parte più moderna che ospita il teatro, la cattedrale, diversi palazzi storici ed il municipio in una grande ariosa piazza.


Dopo aver trascorso una notte in loco, lasciamo il capoluogo diretti a Jelsi.

Posta su di uno sperone calcareo a strapiombo sul torrente Carapelle, presenta un nucleo d’impronta tipicamente medievale. Nella parte più alta dell’abitato, lungo il corso principale, si trova il palazzo Valiante, un esempio di residenza fortificata del 1700. Solo sei chilometri ci separano dal nostro prossimo obiettivo: Riccia paese di discrete dimensioni circondato da un incantevole paesaggio ricco di boschi e luoghi ameni.

Nella parte vecchia del paese si erge la torre cilindrica, testimonianza superstite dell’antico castello medievale dei De Capua, posizionato sulla balza rocciosa che scende ripida verso il torrente Succida.

Per trascorrere la notte decidiamo di spostarci a Gambatesa dove nelle adiacenze del campo sportivo è ubicata un’area di sosta attrezzata.