“Citta’ medievale tra le piu’ belle d’Italia, con le sue torri ed i palazzi di travertino”

La scoperta di Ascoli Piceno si è rivelata un’autentica sorpresa, una delle poche città d’Italia veramente a misura d’uomo, che regala ancora il fascino di poter esplorare con calma, se non addirittura “perdersi”, in relativa solitudine nel suo reticolo di Rue e vie medievali ed all’ombra delle sue innumerevoli torri (non a caso è detta città delle torri) per arrivare nelle sue meravigliose piazze rivestite dell’ambrato abito di travertino, ed ancora musei ed antiche botteghe artigianali e quell’aria dolce che si respira per le vie del centro storico, dove la gente ancora si conosce e si saluta, chiacchiere ed aromi di caffè che si confondono.



Il principale luogo d’incontro mondano e culturale della città è rappresentato dal caffè Meletti, in Piazza del Popolo, uno dei 150 caffè storici d’Italia, varcare la sua soglia è come viaggiare nel tempo, la sua immensa sala dai soffitti decorati, le grandi specchiere, i divani in velluto, le sedie viennesi intorno ai piccoli e rotondi tavoli in marmo bianco di Carrara e piede in ghisa, non si ci stupirebbe di veder apparire al tavolo al fianco al vostro una dama dell’ottocento con i suoi abiti vaporosi tutti seta e pizzi, con ombrellino e capello perfettamente intonati.

Chi frequenta al giorno d’oggi le sue stupende sale lo fa per gustarsi una “anisetta alla “mosca” ovvero un bicchiere di questo liquore con un chicco di caffè. Considerato il più nobile dei liquori italiani venne prodotto per la prima volta nel 1870 dal Cav. Silvio Meletti industriale del ramo e vecchio proprietario di questo storico locale che ha visto sedersi ai suoi tavoli personalità del grado di Trilussa, Pietro Mascagni e Simone de Beauvoir. Secondo voi potevamo mancare la degustazione?

L’inizio della sua visita non può prescindere da Piazza del Popolo, il salotto buono di Ascoli, qualunque giro si intraprenda lungo i suoi vicoli e le sue strette vie conduce immancabilmente qui.

Per chi come noi giunge da ovest percorrendo Corso Mazzini passa prima sotto la cinquecentesca Loggia dei mercanti addossata alla facciata laterale della chiesa di San Francesco, commissionata dalla potente Corporazione dei Mastri Lanai (o Lanari) per potervi esporre i propri manufatti.
Un loggiato che si sviluppa su ariose arcate sorrette da colonne di evidente stile bramantesco

Proprio a fianco della Loggia è visibile la facciata della Chiesa di San Francesco, il cui portale è una delle più alte espressioni decorative in travertino. L’interno si presenta a croce latina con tre navate separate tra loro da pilastri ottagonali che sorreggono archi gotici e volte romaniche.

E’ sufficiente svoltare a destra ed eccoci in Piazza del Popolo, di forma rettangolare, pavimentata in grandi lastre di travertino, è cinta su tre lati da bei palazzetti rinascimentali, aperti da bassi portici e coronati in gran parte da un’elegante merlatura.

Sul lato nord si para l’imponente quinta della chiesa di San Francesco con le complesse volumetrie della sua cupola, delle snelle torri gemelle e delle sette absidi poligonali.

Il lato ovest della piazza è caratterizzato dalla possente mole del Palazzo dei Capitani sede del Municipio cittadino, deve il suo nome al Fatto che in passato quando Ascoli era costituito in libero comune era la sede del Capitano del Popolo. Costruito alla fine del XIII secolo per ospitare il governo comunale, fu in seguito sede dei vicari del re di Napoli, dei Da Carrara, degli Sforza, dei legati pontifici. Nel cinquecento durante le cruente lotte che contrapposero nobili locali venne seriamente danneggiato da un’incendio, cui fece seguito un’importante restauro che le fece assumere l’aspetto attuale con la statua di papa Paolo III sull’archivolto.

Dal versante sud della piazza è sufficiente imboccare via Cino del Duca, percorrerla per intero per ritrovarsi in Piazza Arringo l’altra piazza storica di Ascoli, è qui che in passato si tenevano le assemblee popolari.
Fortemente caratterizzata dal Palazzo dell’Arengo che dà il nome alla piazza, oggi sede della Pinacoteca civica, il prospetto della piazza è chiuso ad ovest dalla rinascimentale cattedrale di Sant’Emidio, al suo interno nella cripta del’ XI secolo sono conservate le reliquie del patrono.


Lasciamo la piazza percorrendo per intero il Corso Vittorio Emanuele che sbuca in Piazza Matteotti proprio a fianco della chiesa intitolata a Santa Maria del Carmine, di fronte a noi è visibile la rocca trecentesca dei Malatesta in scenografia posizione a picco sul fiume Castellano.


Dall’attiguo ponte che sovrasta il fiume Castellano si gode di una mirabile veduta del castello e del ponticello con la caratteristica garitta al centro. E’ tardi il forte è ormai chiuso torneremo domani per visitarlo all’interno.

Per oggi è abbastanza facciamo rientro alla base lungo romantiche viuzze lastricate con un’ultimo sguardo alle due piazze principali


